Marco Cassarà | I Libri della Trasmigrazione
di Giusi Diana
Testo per il catalogo della mostra “Time: Mask and Unmask”, a cura di Viviana Vannucci e Moinuddin Khaled, Palazzo Pisani-Revedin, National Pavilion of Bangladesh, 59. Esposizione Internazionale d’Arte, La Biennale di Venezia.
In un saggio sul pittore e musicista lituano Mikalojus Kostantinas Čiurlionis, il critico Vjačeslàv Ivànov così scriveva: Le inclinazioni centrifughe degli artisti solitari, involontariamente li conducono non nel vuoto, dove potrebbero formarsi nuovi mondi di forme, ma in sistemi solari vaghi, nei territori delle muse, e invocano forme ambigue, ibride della creazione, che risulta non in artibus, ma inter artes.1La ricerca pittorica di Marco Cassarà vive implicitamente delle stesse suggestioni, si muove infatti nell’ambito dell’astrazione simbolica, e diverse sono le sue fonti d’ispirazione: letterarie, dottrinali e filosofiche soprattutto, ma anche musicali. Forme ibride della creazione e sistemi solari vaghi ci vengono incontro nelle sue opere, mettendo in connessione microcosmo e macrocosmo. La via d’accesso universale ad un mondo, altrimenti di soggettiva intuizione, è però la potenza mistica del colore, terso e cangiante in un moto continuo. E’ ciò che accade in Il Libro della Madre e Il Libro del Padre, un dittico che fa parte della serie dei Libri della Trasmigrazione; si tratta di due libri d’artista, concepiti come spettrogrammi che materializzano la “luce” dell’interiorità, attraverso affioramenti cromatici preziosi, talora acidi e psichedelici. Inscrivono nello spazio convenzionale della pagina, forme mobili, colte un attimo prima della trasformazione in qualcos’altro, come nelle danze fantastiche disegnate nel cielo dagli storni. La risonanza interiore si fa fisica, attraverso il potere evocativo della vasta gamma cromatica, esplorata con abbandono e visionarietà, entrando in vibrazione con la nostra intelligenza spirituale, una sorta di sopita consapevolezza, ancestrale ricordo analogico che agisce per il tramite psichico.
Il dittico in mostra è formato da due “livres de peintre”, due libri, in cui alla carta del foglio si sostituisce la tela, atta a ricevere la pittura liquida di velature e abrasa dalla smerigliatrice. Il Libro della madre è costituito da 15 dipinti olio su tela che si alternano a 16 frottage realizzati con polvere di carboncino. Mentre Il libro del padre è composto di 12 dipinti olio su lino, in cui un testo, invisibile a una prima osservazione, è presente sul verso di ciascuna tela. Si tratta di brevi frasi in alfabeto Braille, un sistema di scrittura tattile messo a punto nella prima metà del XIX sec. e ancora in uso. Passando le dita sul tessuto a rilievo si potranno “leggere” senza usare la vista, alcune esortazioni filosofiche. Nella parte centrale del libro, incastonata tra due dipinti blu oltremare, è riportata in Braille la frase “Conosci te stesso”.
L’opera di Cassarà si muove da sempre su un piano liminare, cercando di afferrare con mezzi fisici, l’impercepibile. Il risultato, per contrasto, è una pittura segnica dai colori brillanti, che sembrano illuminarsi dall’interno. Questa luminosità fotonica, insieme alla fluttuazione continua del segno, regala alle opere un’aura elettronica, propria delle fluide immagini digitali. In questa nuova serie di
lavori, la dimensione più intima del libro, da sempre prediletta, acquista solennità grazie al formato più grande, consentendo un’esperienza estetica maggiormente immersiva. Anche la riflessione filosofica sulla natura dell’anima e sulla sua trasmigrazione nel corpo, trova un esatto contrappunto nei materiali usati per i libri, non solo la tela e i pigmenti, ma anche la pelle che li avvolge nelle due custodie. Torna in questi lavori la pelle, la corporeità organica, non rappresentata pittoricamente in forma di simulacro, ma presente come spoglia e monito.
1 Vjačeslàv Ivànov, “Čiurlionis e il problema della sintesi delle arti”, in Luca Quattrocchi M.K. Čiurlionis: preludio all’astrattismo, Pendragon Edition, Bologna, 2000.
I Libri della Trasmigrazione, installation view. Photo: C4dmio.
I Libri della Trasmigrazione, installation view. Photo: C4dmio.
IL LIBRO DELLA MADRE
2017/2022
abrasions
oil and charcoal powder
on canvas
cover nappa and felt
cm 50,5 X 74,5
60 pages
Il Libro della Madre, details
Il Libro della Madre, details
IL LIBRO DEL PADRE
2017 / 2022
abrasions and
oil on linen
cover tunned leather
and felt
cm 48 X 71,5
48 pages
Il Libro del Padre, details
Il Libro del Padre, details
“I Libri della Trasmigrazione” è una serie di libri d’artista iniziata nel 2017, che rappresenta non solo una delle opere più rappresentative dell’artista, ma anche il principale contenitore di sperimentazione in cui si è evoluto il suo linguaggio.
La serie trae ispirazione dal concetto pitagorico di metempsicosi (dal greco μετεμψύχωσις), e mira a creare una narrazione immaginifica, che evoca l’astrazione del passaggio dell’anima da un corpo all’altro, tra vite e stati di esistenza. La dimensione spirituale e concettuale della trasmigrazione è percepibile a partire dai titoli dei lavori di questa serie, tra cui il dittico “Il Libro della Madre” e “Il Libro del Padre”, già esposto nella mostra “Time: Mask and Unmask” del Padiglione Nazionale del Bangladesh, della 59. Biennale di Venezia.
Oltre al Libro della Madre e il Libro del Padre, ad oggi, la serie comprende un centinaio di studi tra oli su tela o metallo, una raccolta di incisioni su pvc, acquisita nella collezione di libri d’artista dell’Accademia di Belle Arti di Palermo, e infine due libri d’artista in corso d’opera, “Il Libro dei Nomi”, e il “Libro del Cielo”, in cui il linguaggio pittorico è arricchito dalla peculiarità dei materiali scelti, che ne caratterizzano un peculiare gioco di proiezioni di luce. In questi ultimi lavori il lirismo del braille è più enfatizzato, e determina il suo valore simbolico.
L’uso poetico dell’alfabeto Braille è un elemento distintivo della serie, impiegato non solo come mezzo per creare un dialogo inclusivo con un pubblico di non vedenti, ma anche come metafora di un’altra modalità di percezione più profonda.